Babywearing: supporti e posizioni

Come affrontato nel precedente articolo, il babywearing aiuta a vivere la genitorialità in piena libertà perchè ricrea per il neonato un ambiente simile a quello del grembo materno. Scoperti i vantaggi è giunto il momento di analizzare bene l’argomento anche dal punto di vista pratico e vedere quali sono le tipologie di supporti legati al corpo del genitore e quale scelta fare in base alle proprie esigenze.

I SUPPORTI DI BABYWEARING

Fascia elastica

Difficile non conoscerla: una lunga striscia di fascia in maglia – nelle tipologie elastica o semielastica, a seconda di quanto cede e risponde il tessuto nel senso della lunghezza – che morbidamente avvolge e accoglie il bimbo. Comoda, dal budget accessibile, è facile da usare da autodidatta. Perfetta con i neonati ma performante e utilizzabile anche nei mesi successivi. Nel primo periodo di esogestazione è una sorta di seconda pelle, poiché permette legature preannodate che rimangono montate, pur togliendo e rimettendo il bimbo più volte.

Fascia rigida (o tessuta)

È il classico supporto del Babywearing: una striscia più o meno lunga, in taglie che vanno da 2 a oltre 7 metri, tessuta secondo precise modalità che conferiscono stabilità e rigidità con una certa cedevolezza in senso diagonale. In semplice cotone o mix di filati diversi, è estremamente versatile: permette un’infinità di legature in più posizioni e si adatta a ogni corporatura. Basta un minimo di pratica per imparare a gestire il tessuto e acquisire fiducia.

Fascia ad anelli (Ring sling)

Inventata qualche decennio fa, consiste in un paio di metri di fascia tessuta, con due anelli cuciti a un’estremità: si indossa su una spalla, mentre il bimbo viene appoggiato nella tasca creata dalla stoffa sul lato opposto. Funzionale quando iniziano il gattonamento e i primi passi, quando si cerca un supporto veloce da tenere in borsa e i bambini iniziano a interagire con il mondo intorno, pur chiedendo di stare a contatto.
Comoda e intuitiva per allattare, nasce come supporto per il fianco, sebbene molti genitori l’apprezzino anche pancia a pancia

Mei Tai (ispirato all’originale asiatico)

Minimale nel design, si presenta come un quadrato di stoffa ai cui angoli sono cuciti quattro lembi, due più lunghi che andranno sulle spalle del portatore e serviranno per annoda- re il tutto, due più corti che fungono da cinta in vita. I genitori spesso lo definiscono «la via di mezzo»: avvolgente e morbido come una fascia, pratico e intuitivo come un marsupio. Quando la fascia sembra troppo complicata e con il marsupio si sta inaspettatamente scomodi, provare il Mei Tai è la scelta giusta. Ne esistono versioni regolabili o a pannello fisso, con spallacci diversi, imbottiture, strutture e fascioni più o meno consistenti.

Marsupio strutturato

Frutto di vera ingegneria applicata, si presenta con una varietà incredibile di modelli e caratteristiche. In generale, un supporto è ergonomico, quindi comodo e funzionale, quando: ha un pannello centrale morbido in tessuto (senza imbottiture o schienali o punti rigidi) che accoglie schiena e corpo del piccolo; calza da un incavo del ginocchio all’altro a sostegno della seduta; presenta un fascione ventrale da allacciare e spallacci imbottiti che permettono uno scarico del peso omogeneo.

Esistono marsupi regolabili – di cui è possibile variare ampiezza e altezza del pannello –, a pannello fisso e di taglie diverse a seconda dell’età. Al di là delle indicazioni di portata minima e massima di peso indicate nei libretti del produttore, è consigliabile scegliere il marsupio in base al contenimento adeguato che dà al bambino e alla comodità e buona vestibilità percepite dal portatore.

LE POSIZIONI DI BABYWEARING

Pancia a pancia

Quando?
Dalla nascita. Il bambino è appoggiato sull’addome del portatore, accovacciato.

Perché funziona?
Dalla dimensione ovattata del grembo materno inizia il lento adattamento al mondo esterno sul corpo del genitore, immerso in odori e suoni familiari, godendo della stimolazione vestibolare che deriva dal movimento del portatore. Da questa distanza ravvicinata è più facile entrare in comunicazione con il bambino, imparando a leggerne i segnali con prontezza: guardarlo rassicura e aiuta a fidarsi. La posizione pancia a pancia verrà usata tutte le volte che, nei mesi a seguire, il bambino chiederà di stare davanti per bisogno di vicinanza, malanni o stanchezza, compatibilmente con la disponibilità fisica del portatore.

Che cosa usare?
Nei primissimi mesi sono ideali la fascia elastica o semielastica, la fascia rigida e ad anelli. Più avanti sarà possibile usare anche un supporto strutturato come mei tai o marsupio, magari su valutazione dell’operatore in base al tono, peso e corporatura del piccolo.

Sul fianco

Quando?
Dai 3 mesi circa, quando il bambino inizia ad avere un buon controllo della testa e della parte alta del tronco. Il piccolo sta sul fianco, appoggiato al cuscinetto della cresta iliaca, in posizione

Perchè funziona?
Lo sguardo del bimbo si apre al mondo, l’interazione diventa più ricca e intensa e la curiosità verso l’esterno porta istintivamente il genitore a spostarlo sul fianco, proprio per assecondare il dialogo. Il bambino si rivolge alle persone che gli parlano, comincia a formulare spontaneamente dei suoni per gioco, afferra e agita oggetti con le mani. In questa posizione è altrettanto facile concedersi un pisolino quando la stanchezza si fa sentire. Basta rilassarsi sul fianco e sfruttare la tenuta del supporto a contenimento.

Che cosa usare?
Fascia ad anelli (Ring sling); fascia in tessuto; mei tai.

Sulla schiena

Quando?
Dal momento in cui ci si sente abbastanza sicuri e quando i bimbi lo gradiscono. In generale, l’acquisizione della posizione seduta e il controllo del tronco agevolano il passaggio alla schiena (7-8 mesi); tuttavia, è possibile farlo anche prima, usando tecniche di caricamento e supporti adeguati all’età e al tono del bambino. Il bambino ha la pancia adesa alla schiena del portatore, seduto nel supporto, gambe divaricate.

Perchè funziona?
Dopo i 7 chilogrammi circa, è fisiologico che il peso venga spostato sulla schiena per salvaguardare il baricentro del portatore e limitare la sollecitazione del pavimento pelvico; lo stesso bambino inizia a essere troppo grande per essere portato davanti e a crea intralcio al movimento dell’adulto.

Nel piccolo aumenta il desiderio di una nuova prospettiva sul mondo, già ampliata dal passaggio sul fianco. Stare sulla schiena è simbolicamente la vetta su cui arrampicarsi, guardando insieme al genitore nella stessa direzione.

Il bambino è fuori dal campo visivo, ma i sensi del genitore e l’esperienza già compiuta nel tenerlo addosso aiutano ad acqui- sire la giusta sicurezza.

Che cosa usare?
Fascia rigida; mei tai; marsupio. La posizione fronte mondo è possibile anche nel Babywearing ma con particolari accortezze: è importante che il bimbo abbia raggiunto almeno i 4 mesi e sviluppato un minimo di controllo del busto, che il supporto usato consenta il più possibile l’accovacciamento e dia sostegno alle cosce, che il genitore sia in osservazione del piccolo, mentre lo porta in questo modo, magari tenendolo per le manine.

” È una posizione da tenere per un tempo contenuto, finché il bambino non segnala stanchezza o sovraccarico di stimolazione. “

A quel punto avrà voglia di un pisolino o di tornare a un contatto più diretto con il corpo del genitore.

a cura di Daria Sbergamo.