Il ciuccio per neonati: quale scegliere e come usarlo

Nella scelta del ciuccio vanno tenuti a mente diversi parametri: dimensione, forma, altezza del collo e materiale.

È bene scegliere una tettarella piccola: la dimensione ridotta permette, infatti, alla lingua di muoversi liberamente e far sviluppare una migliore oralità al bambino. Con il passare del tempo non è necessario cambiare la tipologia di ciuccio perché, soprattutto nei primi mesi, la struttura ossea e la cavità orale del bambino tenderanno a crescere piuttosto rapidamente, e di conseguenza, la tettarella diventerà sempre più piccola per la bocca del bambino, il piacere orale del ciuccio diminuirà e il distacco nei giusti tempi sarà più facile. Ovviamente, se il ciuccio è rovinato, deteriorato o tagliato, va immediatamente sostituito, ma con uno uguale.

” Le forme disponibili sono principalmente tre: a goccia, a ciliegia e anatomica. “

Il primo ha una forma allungata e piuttosto simmetrica, il secondo è rotondo al termine della tettarella, mentre il terzo termina con la punta rivolta verso l’alto, verso il palato, e cerca di riprodurre la forma del capezzolo quando viene schiacciato. In letteratura ci sono diversi pareri discordanti riguardo le conseguenze dei vari tipi di ciuccio, ma la verità è che nessuna forma permette alla lingua di lavorare in maniera corretta come quando il bambino poppa dal seno materno. Per altezza del collo si intende l’altezza di quella parte del ciuccio che va dalla tettarella allo scudo, ossia il posto in cui poggiano i denti del bambino. Ultimamente sono reperibili ciucci con il collo di 2 millimetri, a differenza dei precedenti che misuravano circa 8-9 millimetri; il collo stretto fa sì che l’apertura della bocca sia inferiore, riducendo il rischio di morso aperto nel bambino.

Tra i materiali maggiormente usati troviamo il silicone e il caucciù. Quest’ultimo è un prodotto naturale estratto dalla corteccia di Hevea brasiliensis di colore ambrato; assorbe l’acqua e tende a deteriorarsi con facilità, soprattutto se sottoposto ad alte temperature (va sterilizzato solo a freddo). È un materiale molto poroso che assorbe odori e sapori ed è più incline alle contaminazioni batteriche; in generale è meno flessibile e si deforma facilmente. In caso di bambini allergici al lattice, è sconsigliato perché potrebbe causare reazioni allergiche.

Il silicone è invece un prodotto artificiale e trasparente, resistente al deterioramento, è flessibile e sopporta le alte temperature. I ciucci in silicone non assorbono odori e sapori, non variano nella dimensione e non si alterano dopo molte sterilizzazioni.

In conclusione, è preferibile scegliere ciucci di piccola dimensione, con un collo stretto e in silicone.

TIPS: COME STERILIZZARE IL CIUCCIO

Nei primi 6 mesi di vita del bambino il sistema immunitario è ancora immaturo ed è importante curare molto bene l’igiene del ciuccio. La sterilizzazione andrebbe fatta ogni giorno o tutte le volte che cade a terra. Pulirlo con la nostra saliva non è una soluzione idonea.

La sterilizzazione può avvenire in tre modi

– con acqua in ebollizione per 5 minuti circa;

– tramite vapore nel microonde o sterilizzatori appositi;

– a freddo, aggiungendo nell’acqua un disinfettante a base di ipoclorito di sodio e risciacquando il ciuccio sotto acqua corrente dopo averlo sterilizzato.

Dopo i 6 mesi, la sterilizzazione quotidiana non è più necessaria ed è sufficiente utilizzare l’acqua corrente.

COME USARE CORRETTAMENTE IL CIUCCIO

Il ciuccio può comportare effetti negativi quando viene utilizzato in modo errato. Quando si parla di uso scorretto e prolungato si fa riferimento alla durata d’uso: per quanto tempo quotidianamente il bambino tiene in bocca il ciuccio e per quanti anni. Proporlo soltanto nei momenti strettamente necessari riduce il rischio di alterazioni nello sviluppo della muscolatura e della struttura ossea. Il pianto del bambino è una richiesta d’aiuto e come tale andrebbe trattata: è importante capire quale sia il disturbo che agita il piccolo e provvedere di conseguenza. I neonati hanno bisogno della presenza fisica e del contatto dei genitori – che rassicura, calma e conforta –, il ciuccio dà una consolazione immediata e placa il pianto ma non il loro bisogno di contatto; nessun tipo di strumento orale può farlo. Sarebbe quindi bene usarlo come sostegno solo nei momenti difficili da affrontare (stress, dolore) e promuoverne un utilizzo attivo, più che passivo.

” Fornire il ciuccio come rapida consolazione può rendere più difficile per il genitore distinguere il reale bisogno del bambino e fornire adeguate risposte, inoltre questo atteggiamento passivo può creare un rapporto di dipendenza dall’oggetto che sarà molto più difficile scardinare: più l’abbandono dei vizi orali sarà ritardato, più serviranno tempo, impegno e soldi per modificare gli effetti generati. “

Promuovere un atteggiamento attivo nel quale il ciuccio diventa l’ultima proposta, privilegiando, invece, un intervento in cui il genitore cerca di rapportarsi al neonato con il contatto e il linguaggio sarà molto più soddisfacente per entrambi.

Può essere d’aiuto determinare alcuni contesti in cui il ciuccio verrà usato, per esempio nel facilitare l’addormentamento o durante un viaggio in quota per alleviare il fastidio alle orecchie.

Sicuramente, per tutti quei bambini che non vengono allattati al seno, il ciuccio, se usato con criterio, è uno strumento molto utile per la suzione non nutritiva; in linea generale, prima si smette di usarlo meglio è.

Il ciuccio non è obbligatorio e alcuni bambini possono rifiutarlo fin dall’inizio, in questo caso è bene prendersi del tempo e riprovare. Non serve insistere se il rifiuto continua, soprattutto non è opportuno ritentare intingendo la tettarella nel miele o altri dolcificanti che potrebbero essere molto pericolosi per il bambino.

DALLA NASCITA FINO A 6 MESI

Fino alle 6 settimane è sconsigliato proporre il ciuccio. È fondamentale instaurare l’allattamento al seno ed è bene che niente interferisca con questa importantissima fase di avvio, chiamata di calibrazione. Successivamente, se necessario o desiderato, è possibile inserire l’utilizzo del ciuccio in specifici momenti della giornata, come l’addormentamento, o in presenza di malessere, laddove manchi la possibilità di attaccarsi al seno.

L’utilizzo del ciuccio in sostituzione della poppata, per distanziare le poppate o durante gli scatti di crescita, quando il bambino sembra essere più richiedente, può creare interferenze con la corretta produzione e assunzione di latte ed è quindi da proporre con attenzione. Sin dalla nascita, tramite la bocca, il bambino si nutre e conosce il mondo, a partire dal secondo mese arricchisce l’esperienza con vocalizzi (emissione di suoni costituiti da vocali) e dal quarto mese, con la fase orale, allarga la scoperta del proprio corpo e del mondo. Tutte queste esperienze sono piacevoli per il bambino e lo stimolano nella scoperta.

DA 6 A 12 MESI

La bocca si modifica sempre di più e il bambino inizia ad apprendere tantissime nuove abilità. Inizia lo svezzamento, mangia cibi con consistenze e sapori diversi, impara nuovi schemi deglutitori e come masticare i cibi solidi. Un uso eccessivo del ciuccio, in questo momento, potrebbe interferire con la corretta maturazione di queste abilità.

A partire dai 7 mesi circa il bambino incomincia la lallazione (produzione di sillabe ripetute) propedeutica all’avviamento del linguaggio, momento che suscita piacere nel bambino che si auto- ascolta e nel genitore perché crea occasioni di scambio conversazionali. Ridurre l’uso del ciuccio aumenta i momenti di prova del linguaggio per il bambino e il piacere tratto dalla socialità.

” È più facile eliminare l’uso del ciuccio entro il primo anno d’età, in modo progressivo, portando l’attenzione del piccolo verso giochi da succhiare e ascoltare, e verso nuove modalità di consolazione. “

ALTRE ABITUDINI ORALI

L’utilizzo del biberon può portare conseguenze simili a quelle del ciuccio perché, anche in questo caso, la tettarella potrebbe alterare la funzionalità della lingua e creare delle malocclusioni. L’uso andrebbe ridotto a partire dai 6 mesi ed eliminato a 12.

Bere dalla tazza potrebbe sembrare un’impresa impossibile per i bimbi piccoli, ma è solo questione di apprendimento ed esperienza: vi sono bambini in grado di bere dal bicchiere, con il supporto di un genitore, già a pochi giorni e in autonomia dai 6 mesi. Se il bambino ha difficoltà a bere dalla tazza, una buona idea è quella di proporre la cannuccia. Una volta imparato il gesto di succhiamento, potrà esercitarsi con la tazza. Preparate asciugamani e fazzoletti!