Sviluppo motorio del neonato da 0 a 12 mesi
Lo sviluppo motorio è il risultato dell’unione di un processo di crescita fisiologico e delle esperienze vissute nel quotidiano, durante la vita intrauterina ed extrauterina e, poiché le esperienze possono essere positive o negative, questo spiega la grande diversità degli esiti evolutivi tra i bambini.
Durante le visite che compio nel mio Studio di Osteopatia a Roma, cerco di informare i genitori su questi processi, in modo che siano in grado di seguire con entusiasmo, curiosità e passione le tappe dello sviluppo del proprio figlio. Lo sguardo di un genitore attento è molto importante perché, se alcuni obiettivi non vengono raggiunti, può offrire nuovi punti di vista e/o chiedere aiuto a uno specialista.
Nei primi 6 mesi di vita i movimenti del neonato sono gesti ripetitivi, necessari allo sviluppo motorio della coordinazione neuromuscolare, veri e propri allenamenti indispensabili per implementare muscolatura e schemi motori, dove ogni tappa raggiunta è propedeutica alla successiva.
” Per questo motivo, è importante che tutte le fasi siano vissute cercando di evitare anticipazioni e stimolando nel bambino la capacità di fare da solo e di sentirsi competente. “
Il movimento, infatti, aiuta a sviluppare l’idea che abbiamo di noi stessi e il nostro cammino verso l’autonomia. La spinta al movimento nasce nel contatto con l’altro, nell’essere portato in braccio e in fascia magari in modo attivo, nell’interazione con i supporti passivi scelti, come sdraiette o passeggini, ed è mossa dall’imitazione, dal desiderio, dalla necessità di raggiungere la mamma, un gioco, o di spostarci da una posizione scomoda a una più confortevole.
Muoversi richiede un sistema di comando e vie di comunicazione in andata e in ritorno, un sistema di propriocezione che ci permette di percepire il nostro corpo nello spazio, un sistema posturale e muscoli volontari che rispondono agli stimoli per fare ciò che chiediamo. Attraverso l’esperienza e la ripetizione, i movimenti casuali diventano automatici, inizia a svilupparsi una progressiva pianificazione motoria, le abilità del bambino si arricchiscono sviluppando intelligenza, connessione tra gli emisferi, linguaggio, pensiero, uso delle mani e motricità fine.
Nel raggiungimento delle diverse tappe motorie esiste comunque una normale variabilità di tempo.
IL PRIMO MESE
Alla nascita, i neonati vengono osservati e valutati, inizialmente con il punteggio di APGAR,1 mentre sono a contatto con il corpo della mamma, e successivamente, nelle prime 24 ore, con una visita completa. I risultati possono variare da un neonato a un altro, sia per via delle differenze di temperamento sia per il tipo e l’esperienza di nascita (parto naturale o cesareo, con travaglio o senza). Valutare movimenti e riflessi permette di capire se durante la fase di nascita sia andato tutto bene o siano sorte complicanze.
Nei primi giorni di vita, il neonato, posto in posizione supina sul lettino, presenta un maggior tono muscolare negli arti, mentre quello del collo e del busto è più rilassato. I suoi movimenti possono apparire scoordinati poiché è ancora privo della capacità di gestirli.
La postura dovrebbe essere simmetrica, senza inclinazione a destra o sinistra del tronco, e la testa dovrebbe ruotare allo stesso modo da entrambi i lati. Il piccolo è capace di reagire ai suoni e a seconda dell’intensità, in risposta, potrà piangere, sorridere, tranquillizzarsi o cambiare espressione. Se si nota una mancanza di simmetria nel corpo del bambino, un’incapacità di muovere un arto, una preferenza o difficoltà di rotazione anche nell’allattamento al seno, è fondamentale comunicarlo durante la visita con il pediatra, l’osteopata o l’ostetrica di riferimento.
Potrebbe trattarsi di un’asimmetria posturale infantile, non grave e risolvibile, causata dalla posizione che il neonato ha assunto nell’utero durante la gravidanza, nelle ultime settimane o da tensioni che possono verificarsi durante il parto. Con un lavoro preventivo è possibile rieducare il corretto movimento e riequilibrare l’asimmetria, senza che insorgano problemi futuri. Molti genitori non vedono l’ora che il proprio figlio cresca e faccia cose da grandi. È un pensiero normale che viene alimentato dall’aspettativa di vedere i piccoli all’opera, ma non bisogna avere fretta. Spesso si anticipano i tempi: la posizione seduta, l’uso di alcuni indumenti o lo stare in piedi, ma è da considerare che, da seduti, i neonati non posseggono ancora lo sviluppo muscolare necessario per controllare il movimento della testa che ricadrà indietro in estensione; anche il busto si troverà in completa flessione. Questa posizione è da evitare fino a quando non sarà il bambino stesso ad assumerla in modo autonomo.
” La manovra di trazione da seduto deve essere effettuata solo dal professionista per monitorare il tono muscolare del neonato durante i primi mesi di vita. A ogni scatto di crescita corrisponde un cambiamento nella gestione del capo. “
Nei momenti in cui il neonato non si trova in braccio, la posizione naturale che può adottare è quella distesa.
Durante i primi giorni di vita sono presenti alcuni riflessi che spariranno nelle settimane successive: i più interessanti, che spesso fanno sorridere i genitori, sono la capacità di sostenersi – spingersi con le gambe, se posizionati eretti – e il riflesso della marcia automatica, come se volesse già camminare.
Tali riflessi, osservati nella valutazione dall’osteopata, dal pediatra e dall’ostetrica, servono al neonato per nascere, «strisciare» sul corpo della mamma una volta nato e cercare attivamente il seno per potersi nutrire; come tutti i cuccioli di mammifero, anche i nostri piccoli hanno capacità e schemi motori innati per sopravvivere. In alcuni neonati si può riscontrare un’attitudine maggiore a fare da soli. Saperlo aiuta il genitore ad accompagnare il figlio nel proprio sviluppo, stimolando chi è passivo, creando spazi e offrendo posizioni che permettano di esprimere la ricerca di movimento ed esplorazione.
DA 1 A 3 MESI
A questa età il neonato che non viene preso in braccio o portato nella fascia o nel marsupio resta disteso.
In posizione supina, la rotazione del capo è immediata. È importante che sia bidirezionale per prevenire la comparsa di una plagiocefalia, ovvero un’asimmetria della forma del cranio, spesso notata solo quando la testa diventa piatta da un lato. Le braccia e le gambe si muovono con gesti scoordinati che piano piano diventeranno coerenti e sempre più volontari. Le mani vengono tenute chiuse con i pollici all’interno, ma durante qualche brusco movimento può capitare che si aprano, attivando riflessi di aggrappamento. Il neonato, programmato biologicamente per trascorrere in braccio questi primi mesi, istintivamente ricerca confini e contatto protettivo in caso di pericolo.
Se posizionato seduto, flette la parte anteriore del tronco poiché ancora non è presente alcun controllo. Senza una forte e competente muscolatura posturale, la gabbia toracica e gli organi interni (cuore, polmoni, stomaco, intestino) subiranno il peso della parte superiore del corpo. Nei primi mesi, quindi, è importante evitare questa posizione per assicurare uno sviluppo motorio armonico.
Se posto prono, il neonato tenderà a girare la testa da un lato e proverà a sollevarla per qualche secondo: è questo il periodo giusto per stimolare tale movimento. In questa posizione inizierà a tenere le braccia estese e allontanate dalla linea mediana, le gambe saranno meno flesse e il sederino sollevato.
Un sederino non completamente poggiato indica che il tono muscolare del tronco si sta ben sviluppando.
In questo periodo, i lattanti manifestano il «riflesso dello scalino», un movimento che fa spingere loro i piedi con alternanza ed estendere le gambe quando viene stimolato l’arco plantare, ossia la parte inferiore dei piedi. Durante le visite sfrutto questo riflesso, posizionandomi molto vicino al piccolo in modo che possa spingere con i piedini contro la mia pancia. Una volta distratto, il piccolo sarà più incline a farsi visitare, dandomi la possibilità di gestire il momento con più tranquillità.
Questi riflessi sono utili a sviluppare i primi movimenti a terra, propedeutici a quelli successivi. Il bacino del neonato è in via di formazione, nello specifico l’acetabolo e la testa del femore, ed è fortemente sconsigliato farlo stare in posizione verticale – caricando il peso sulle gambe – fino a quando non assumerà la posizione in maniera autonoma.
Un’altra capacità che il bambino sviluppa durante i primi 3 mesi di vita è l’attitudine visiva a osservare con più attenzione il volto della persona che gli sta parlando o lo sta allattando, gesto che provoca grande gioia nei genitori perché godono dell’interazione con il bambino. In media dalla terza settimana, i bambini sono molto attratti dai fasci luminosi, perfezionano la capacità di attenzione e sono in grado di seguire, solo con movimenti orizzontali, un giocattolo o un oggetto specifico posizionato a una distanza di 15-25 centimetri: la scelta di un giocattolo semplice e sonoro può essere utile per stimolare lo sviluppo motorio.
I bambini iniziano a mettersi le mani in bocca e non tutti i genitori gestiscono questa nuova competenza nella stessa maniera: alcuni combattono questo nuovo gesto, altri lo incentivano pensando di favorire la «formazione degli anticorpi». In realtà, stanno facendo conoscenza del loro corpo e del mondo che li circonda. Stanno scoprendo che le loro mani sono interessanti e buone, come possono utilizzarle e coordinarle con la vista, ed è una buona opportunità lasciarli fare.
Una cosa molto curiosa che accade ai bambini è il riflesso di ammiccamento palpebrale di difesa che compare tra le 6 e le 7 settimane.
DA 3 A 6 MESI
Come nei mesi precedenti, il bambino, quando non si trova in braccio, è in posizione distesa, i movimenti delle braccia e delle gambe cominciano a essere più omogenei, fluidi e simmetrici. La testa non appare ruotata ma dritta e viene girata per osservare chi gli sta intorno, anche se il piccolo riesce a seguire con più facilità un oggetto a breve distanza. Di norma, la posizione delle mani è aperta, riesce ad afferrare e tenere un giochino con la presa palmare, ma non a coordinare il movimento delle mani con quello visivo, che acquisirà progressivamente in questa fase. È il momento della scoperta dei giochi e degli oggetti, che verranno prontamente portati verso la bocca, fondamentale strumento di scoperta e conoscenza del mondo.
Alcuni BAMBINI possono iniziare a rotolare, da supini a proni
– da pancia sopra a pancia sotto –, solitamente tra i 5 e i 6 mesi.
È un errore comune pensare che i lattanti a 1-2 mesi riescano a girarsi. Quando vengono messi pancia sotto durante il tummy time,2 utile già dalle prime settimane, con le braccia posizionate sotto al torace per sostenere e sollevare la testa, può succedere che i bambini si sbilancino e cadano su un lato, simulando un rotolamento.
Solo con il tempo, quando le braccia acquisiranno sufficiente forza e la capacità di gestione del capo sarà migliorata, eviteranno di ribaltarsi.
Il tono dei muscoli del collo migliora; la testa, opportunamente gestita, resta in linea con il busto.
In posizione prona, la testa si solleva e ruota bene con buon appoggio sulle spalle, soprattutto se stimolata grazie al tummy time nei mesi precedenti. Questa fase di estensione è una tappa motoria importante per la formazione della prima curva che si crea sulla schiena del lattante.
Resta sconsigliata la posizione eretta poiché le ginocchia cederanno in assenza dello sviluppo motorio della struttura muscolare e articolare necessaria a mantenerla.
DA 6 A 9 MESI
A 6 mesi inizia una fase di esplorazione più attiva: il piccolo è più attento, capisce che da seduto o in braccio ha una migliore visione delle cose e, soprattutto se ancora poco abile nel movimento a terra, chiederà di essere portato in giro per osservare meglio. La curiosità per ciò che lo circonda è molto alta. Si può, allora, posizionare il bambino a terra, vicino a noi, su una superficie isolata dal freddo del pavimento ma abbastanza sostenuta per permettergli di muoversi e osservare ciò che nel frattempo accade attorno a lui.
In posizione supina comincia a tenere i giochi vicino alla linea mediana, usa entrambe le mani e si passa gli oggetti. Se abituato a stare seduto o semireclinato, il bimbo tende a fare forza per tirarsi a sedere e spesso ci riesce, aggrappandosi alle mani dell’adulto.
In questa fase, alcuni bambini riescono a stare seduti da soli, molto spesso con un supporto, guadagnando man mano sempre maggiore stabilità e controllo. Generalmente è una capacità che si consegue tra i 6 e gli 8 mesi, ma altri necessitano di più tempo e l’acquisiscono dopo il gattonamento.
In posizione seduta, è in grado di controllare bene il busto e il capo; incuriosito dai rumori, gira bene la testa in tutte le direzioni. Se sente un suono che non riconosce o che non associa a qualcosa di specifico, rimane dubbioso prima di tornare a guardare chi lo sta sostenendo. Prende familiarità con la profondità: lancia oggetti dal seggiolone e li fissa per qualche secondo; allunga le braccia per recuperarli, se distanti pochi centimetri. Per afferrare utilizza tutta la presa palmare e lascia cadere il gioco per prendere il successivo che gli viene offerto.
In posizione prona, gestisce il capo ed estende bene il collo, puntando le mani a terra riesce a sollevare il torace. A quest’età lo strisciamento si evolve: il bambino inizia a spingersi indietro con la forza delle braccia. Lo sviluppo del sistema motorio segue un andamento cranio-caudale, quindi dall’alto verso il basso, portando un maggiore controllo e forza prima nella testa, poi nelle braccia e nel busto e, infine, nelle gambe. Quando si troverà a pancia in giù, si spingerà con le mani per strisciare indietro, mentre, appena inizierà ad avere forza negli arti inferiori, punterà i piedi sul pavimento per spostarsi in avanti. Nel frattempo, potremo vederlo ruotare intorno a sé, come la lancetta di un orologio.
” Con la progressiva maturazione dei sistemi e degli schemi motori, lo strisciamento si trasformerà in gattonamento “
Verso i 7 mesi è possibile osservare un pre-gattonamento, dove il piccolo trascorrerà il tempo in quadrupedia, dondolandosi avanti e indietro e in diagonale.
A tal proposito, diventerà molto importante offrire in tutte queste fasi uno spazio sicuro di esplorazione a terra.
DA 9 A 12 MESI
Il bambino gattona, è in grado di stare seduto da solo o ha bisogno di un piccolo supporto come il dito/mano del genitore. Con il gattonamento si instaurano le variazioni posturali: sdraiato, prono, quattro zampe, seduto, in ginocchio e, infine, in piedi, aggrappandosi agli appoggi che riesce a raggiungere.
Gioca, ruota la testa e adatta la sua postura e il suo punto d’equilibrio alle necessità motorie che ha in quel momento, per esempio raccogliere un giocattolo lontano o esplorare lo spazio. Grazie alla posizione da seduto, può migliorare la motricità fine: le manine sono libere di manipolare gli oggetti e meno impegnate a sostenere il corpo.
” Le fasi di gattonamento e di strisciamento sono importanti per stimolare i due emisferi cerebrali nel movimento di alternanza tra braccia e gambe, movimento fondamentale nel passo. “
Per gattonare è richiesta la partecipazione dei sistemi che regolano la stabilità e il controllo posturale in tutto il corpo; questo migliora la motricità fine grazie all’uso degli arti e delle dita. Il gattonamento, inoltre, migliora gli apparati destinati al linguaggio e alla masticazione, poiché attiva per vie riflesse la muscolatura interna della bocca e della lingua.
” È consigliato osservare se lo stile utilizzato per gattonare è equilibrato, se il bambino riporta una gamba in modo asimmetrico e se succede andando avanti o indietro. “
Tutti i gesti che paiono lontani dal classico gattonamento dovrebbero essere controllati da uno specialista.
Intorno ai 9 mesi, alcuni bambini, utilizzando punti di appoggio a portata di mano come la gamba di un genitore, una sedia o il divano, cominciano a mettersi in piedi da soli, compiendo le prime sperimentazioni nella posizione eretta: segno che sono pronti a sostenere il proprio peso. I movimenti tipici di questa fase sono il su e giù con le ginocchia e i passi laterali, la cosiddetta «navigazione costiera».
Molti genitori offrono un sostegno alla camminata del bambino tenendogli le braccia alzate: è un movimento sconsigliato perché altera la posizione naturale delle braccia e l’equilibrio necessario a camminare in autonomia. Inoltre, potrebbe impedire di sviluppare un pieno appoggio del piede, sbilanciando la postura. È importante che il bimbo sperimenti da solo la navigazione costiera e le prime prove d’equilibrio, fornendogli ambienti sicuri e adatti alle sue esplorazioni motorie.
Nelle tappe motorie, il camminare in modo autonomo avviene tra i 15 e i 18 mesi. In caso si voglia dare un supporto al bimbo, è necessario che le braccia rimangano il più possibile in posizione normale, tenendo il piccolo per le mani.
Sempre in questo periodo, il bambino riesce visivamente a seguire molto bene gli oggetti e a dirigere subito le mani verso il nuovo giocattolo che gli si pone di fronte. La presa passa da palmare a pinza: il pollice e l’indice afferrano e stringono. L’indice viene usato anche per indicare le persone o qualcosa di specifico. Arriva quel momento gioioso in cui i bimbi si girano se chiamati per nome, imitano il battere le mani e giocano a bubù settete.
“Sono in grado anche di distinguere i volti di chi conoscono e chi no.”
Qualche volta, nel mio studio, i bambini di 9-10 mesi che vengono per la prima volta possono sentirsi timorosi, soprattutto quando vengono messi sul lettino o quando devo avvicinarmi e toccarli. Pertanto, li lascio sempre qualche minuto da soli con i genitori e qualche gioco, in modo che possano ambientarsi. Una volta che hanno preso confidenza con la stanza, il lettino e l’ambiente, entro e inizio la visita.
DOPO I 12 MESI
Il piccolo controlla pienamente la posizione da seduto e sperimenta diverse pose: rimane sul fianco per giocare con le mani, usa le gambine come per chiudersi a libretto e il gomito come perno e punto d’appoggio per sedersi da solo.
Alcuni bambini riescono a mettersi in piedi già dai 9-10 mesi, altri dai 12.
” Qualcuno abbozza i primi passi, altri si spostano velocemente, gattonando con la posizione dell’orso. “
Gattonare bene è indice di una buona forza muscolare, sicurezza nei movimenti e coordinazione. I mobili vengono usati come punto di appoggio e partenza per fare qualche passo in autonomia e piano piano lasciare il supporto. Il bambino prende sempre più confidenza con la posizione eretta: allarga i piedini verso l’esterno per guadagnare un appoggio più sicuro e avere stabilità. Per spostarsi può utilizzare anche le sedie.
La caduta sul sedere diventa un modo per passare dalla posizione in piedi a quella da seduti.
Quando il piccolo si trova all’aperto, osserva con molta attenzione anche le cose più semplici come i passanti o un’automobile ferma. Riesce a distinguere in lontananza se chi gli sta andando incontro è un membro della famiglia.
È difficile frenare la sua curiosità e tutto ciò che può essere attrattivo va testato ed esplorato, perciò è importante che lo spazio in cui si muove sia sempre sicuro.
La fase del gioco è molto attiva: se viene mostrato il funzionamento di un gioco ne ricorderà il meccanismo.
L’interazione con la famiglia si intensifica grazie agli oggetti che si usano nel quotidiano, come lo spazzolino da denti, il bicchiere e via dicendo.
Sa bere da solo, prova a utilizzare la forchetta, aiuta il genitore durante la vestizione allungando un braccio per infilare il giubbotto o la felpa.
Il linguaggio si sviluppa con l’uso delle prime parole: in generale, è in questa fase che iniziano a dire «ciao ciao», per la gioia e soddisfazione dei genitori.